Storia e Territorio

Echi del Passato e Voci del Presente

Un libro di Luigi Rogasi
autore Angelo Cintoli 30 September 2021
copertina

Chi ama scrivere di sicuro ama anche leggere. Ed è per questo che dopo aver letto uno dei libri di Luigi Rogasi mi è immediatamente venuta voglia di scriverne qualcosa a riguardo qui, su ViviPozzallo. Nessun altro autore finora mi è sembrato così attinente al progetto di questo sito, in perfetta linea con gli intenti che noi ci siamo proposti, anche se abbastanza lontani nel tempo rispetto all'autore per l'appunto. Dopo lunghe riflessioni non sono riuscito a trovare modo migliore di parlare di Luigi Rogasi se non attraverso le sue stesse parole scritte. Potrebbe sembrare un copia e incolla bello e buono, ed in effetti lo è, ma che non viene fatto per mancanza di invettiva, per noia o per sfruttamento delle capacità letterarie altrui, bensì proprio per rispetto nei confronti dello scrittore e perché il sottoscritto non riuscirebbe a raccontare con così chiarezza e lucidità professionale i ricordi e le curiosità di un tempo. 

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Echi del passato e voci del presente è un libro pubblicato nel 1990 da Luigi Rogasi e la seguente è la prefazione al testo dello stesso scrittore:

"E' ormai da molto tempo che mi dedico alla raccolta di testimonianze sul nostro folclore, portate spesso in luce dal mio innato desiderio di ricerca e legate in larga parte all'infanzia lontana: si tratta in fondo di rimembranze che, sebbene remote, restano ben definite e costituiscono pur sempre il tessuto costante della nostra esistenza. 

Tutto ciò, quasi senza accorgersene porta la mente a sfogliare il libro della memoria, a soffermarsi e riflettere attentamente sulle sue pagine, al punto che un minimo fatto o un vecchio motivo - oppure un gioco infantile, un nùgolo di bambini, un angolo di via, una banda musicale, una nave all'orizzonte, una processione, le grida di un ambulante o un rintocco di una campana - bastano a risvegliare ricordi rimasti sopìti nel nostro intimo, pronti però a farci rivisitare all'improvviso un passato che vale la pena di rievocare. 

Frugando fra queste reminiscenze è possibile trovare quindi radici di un certo interesse, sicuramente da non recidere, alle quali le nuove generazioni devono saper guardare con attenzione e curiosità. La conoscenza del passato aiuta infatti a capire meglio il presente, grazie soprattutto al lavoro dei nostri antenati, così ricco e fecondo di germogli di vita: fra l'altro, proprio attraverso il folclore paesano, sarà facile giungere al recupero di una parte singolare di questi valori, non solo analizzando i mestieri dei nostri progenitori ma anche il loro modo di vendere, restando quasi in attento ascolto di 'echi' del passato e delle 'voci' del presente. Lo facciamo cercando di dare comunque il dovuto risalto agli ambulanti e mettendo soprattutto nella giusta evidenza le loro "vanniate" che continuano ad avere ancora oggi, nello svolgersi della vita quotidiana, un posto del tutto particolare. 

Il loro era soprattutto un commercio vivacizzato al massimo, dove si vendeva o si comprava di tutto, dalle cose più comuni alla cose più impensabili, sotto il frastuono spesso assordante delle mille "vanniate" selvagge che s'intrecciavano ininterrotamente le une alle altre con tonalità diverse, a cominicare dalle prime ore del mattino fino alla sera, comprese le ore canoniche del "filinòna", destinato da sempre al pisolino estivo di grandi e piccini.

Pur tuttavia, questo folclore, vario e coinvolgente nello stesso tempo, offriva in particolar modo alle donne, una buona occasione per affacciarsi all'uscio, uscire avvicinarsi, osservare, contrattare, acquistare e chiacchierare col vicinato.

Ecco quindi il motivo per cui questo lavoro è destinato ai miei concittadini, specialmente a quanti - come me, per lavoro od altri motivi - sono stati costretti ad emigrare verso altri lidi, in patria o all'estero, nella speranza che ne possano apprezzare la fatica. 

Consiglio tuttavia di intraprendere la lettura in maniera riposante, senza sbalzi o superficialità: se non altro perché, sotto un titolo a prima vista banale, i meno giovani potrebbero forse rintracciare un pezzo del "loro" passato o alcune "storie" ascoltate al tempo della loro fanciullezza, quando la mente - vera ricchezza di un età in evoluzione - è più che mai aperta al desiderio di saperne di più. 

I più giovani invece potrebbero trovare nuovi stimoli per una migliore conoscenza del loro paese e della loro terra: terra da amare, sempre!"

Luigi Rogasi

Firenze, Novembre 1998

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Con queste parole presenta il suo libro Luigi Rogasi, regalandoci un riassunto prezioso del passato della nostra amata Pozzallo, ricco di ricordi che a molti sono sicuro faranno abbozzare un sorriso e ad altri far immaginare con curiosità e stupore periodi non vissuti e lontani per forza di cose. A tal proposito la nostra intenzione è quella di trascrivere 'Echi del passato e voci del presente' per intero, dando una vita digitale ad un libro che riteniamo avere un valore inestimabile e quindi sarebbe un peccato che rimanesse vincolato in biblioteca comunale e in poche altre sedi senza essere letto da chi non lo conosce, o l'ha dimenticato o non ha avuto mai occasione di trovarselo per le mani. 

Il nostro sito internet e la nostra pagina Facebook ci offrono l'opportunità di pubblicare il libro a puntate, capitolo per capitolo, in modo da rispettare i tempi di lettura dettati dalla modernità dei social e non di meno per tenervi sulle spine e attendere con piacere la pubblicazione successiva. A prescindere da ciò, vi invitiamo a prendere in prestito il libro suddetto, recandovi alla Biblioteca Comunale, avendo la possibilità di tenere tra le mani e sfogliare le pagine piene di ricordi, custoditi e preservati dalla penna attenta e lungimirante di Luigi Rogasi. 

La trascrizione del libro è quasi fedele all'originale, se non fosse per la mancanza delle note dell'autore, importantissime per la comprensione soprattutto di termini in dialetto pozzallese, le quali ho deciso di non inserire nei testi per una questione di maggiore fluidità della lettura e di una forzata sintesi che la digitalizzazione a volte impone. 

Infine, ritengo che l'evoluzione di un paese, che sia piccolo o grande, dipenda dal livello di cultura e dalla conoscenza della propria storia. Attraverso la consapevolezza di chi siamo stati è più semplice comprendere la differenza con ciò che siamo diventati, traendone un positivo resoconto che serva da spinta verso il futuro.