Il porticciolo


Quante volte abbiamo posato piede su quel piccolo molo ai piedi della Torre Cabrera, in una delle nostre lunghe e spensierate passeggiate? Quante volte ci siamo chiesti la sua età, se avesse avuto una reale importanza in passato? Spesso mi sono chiesto cosa ci stesse a fare un attracco in acque così basse.
C'è una risposta a tutto, indissolubilmente legata alla storia della nostra città.
Un tempo, Pozzallo era diversa da quella attuale. Qualcuno potrà dire "logico, è passato un po' di tempo dagli anni cinquanta", e come dargli torto, ma le diversità di cui parliamo sono sostanziali, assurde, per certi versi totali.
L'aspetto del piccolo comune rivierasco fino a metà del secolo scorso era accomunabile a quello dell'odierna Marzamemi, un borgo di pescatori accarezzato dalle acque, con piccole, variopinte barche ad ondeggiare a ridosso della piazza principale e, più precisamente, ormeggiate sul molo in pietra ancora esistente dietro la chiesa della Madonna di Portosalvo.
C'erano delle panchine su cui sedersi, chiacchierare e contemplare il Canale di Sicilia, oppure lanciare una canna da pesca e attendere all'amo saraghi e ombrine.
Sarebbe stato affascinante potersi sedere a cenare in uno dei ristoranti che oggigiorno occupano quel suolo, con il rischio di bagnarsi a causa di un'onda troppo violenta. Avremmo dovuto rinunciare ad un pezzo di spiaggia, probabilmente anche al ponte di legno, ma siamo certi che ne avremmo potuto fare a meno.

La storia del porticciolo è antica quanto Pozzallo stessa. Esso infatti rappresenta il primo esempio di attracco alla nostra città per una moltitudine di imbarcazioni e la sua funzione è rimasta inalterata fino agli anni '50.
Non si hanno notizie certe sulla sua costruzione ed è possibile che queste pietre siano il risultato di una o più ristrutturazioni del porticciolo originale. È dato di fatto, comunque, che già in epoca remota appartenesse a quel sistema di scivoli e pontili che agevolevano le operazioni logistiche con il Caricatore. Ne parliamo esaustivamente nell'articolo dedicato al Porto di Pozzallo.
È bello immaginarsi in quel posto, con l'aria salmastra a rallegrare le narici, tra un'imprecazione in siciliano arcaico e tante risate. Una magia che oramai nessuno può più ricordare ma che tanti possono rivivere nelle preziose testimonianze.
Quella stessa magia, poi, lentamente, progressivamente, si è affievolita.
Ma non spenta del tutto, perché quel posto è ancora piuttosto evocativo, ma è dato di fatto che qualcosa sia cambiato.
Dagli anni '50 a seguire, il porto - quello nuovo - si è ingrandito ed ha assunto un'importanza via via più grande per l'economia di Pozzallo. Ha permesso di triplicare il traffico di merci annue negli ultimi trent'anni, ha permesso l'attracco di giganti mercantili e più recentemente di tre navi da crociera.
E a rimetterci è stato (e sarà ancora, negli anni a venire) il litorale, dalla scogliera seguente il lungomare Raganzino, passando per Pietrenere, alla più distante Santa Maria del Focallo, fino a toccare il paradiso di Cirica.
Già, perché le braccia del porto deviano il normale flusso della corrente, che ha lasciato sedimenti dove prima c'era acqua, ha spinto le onde in avanti, dove prima c'era spiaggia.
Ha denudato il piccolo molo del suo fascino antico e popolare, relegandolo ad una lastra di pietre su cui passeggiare, suolo pubblico occupato dai tavoli di un ristorante in estate, tre piccoli gradini per giungere alla spiaggia.
Cosa avremmo scelto, con il senno di poi? Cambiare il volto del paese oppure rinunciare a buona parte del suo prestigio economico?