Benedetto Ciaceri


Quanti siciliani hanno dovuto abbandonare la propria terra per svariate motivazioni?
Tantissimi.
E quanti autori, personaggi dello spettacolo, artisti in generale, nell'ambientarsi ad una nuova vita, l'hanno dimenticata?
Nessuno. Perché è vero: puoi togliere un siciliano dalla Sicilia ma non la Sicilia da un siciliano.
È sempre stato così. Il fascino, la magia, la tranquillità che questa terra ricca di contraddizioni offre, sono ineluttabili.
Lo è stato anche per il giornalista, commediografo e prolifico scrittore siciliano Benedetto Ciaceri, che in Sicilia ha vissuto per meno di due decadi senza che il ricordo della sua terra natia l'abbandonasse.
Peregrinando dall'isola a Firenze e da Roma a Milano, Benedetto ha scritto e scritto, quasi in maniera ossessiva, piccoli capolavori del teatro e della letteratura italiani spesso dimenticati, o meglio sottovalutati. Ma è sufficiente immergersi nella lettura de La Signorina Celeste o Racconti di Sicilia o assistere a Tormento o il Prigioniero per comprendere quanto i suoi personaggi siano profondamente radicati al territorio siciliano (e a Modica c'è ancora qualcuno che ha avuto la fortuna di vedere inscenati suoi inediti per i rioni della città), alle proprie origini, alle proprie tradizioni, ma siano comunque capaci di guardare altrove, al senso compiuto della vita, di immergersi in un contesto universale, senza sminuirsi nonostante l'evidente tragicità degli eventi.
Un po' come i siciliani, sempre al centro del mondo, tra dominazioni greche, arabe, normanne e spagnole, un po' come lo stesso Benedetto Ciaceri, vissuto a Modica ma nato a Pozzallo (con il mare e le spiagge spesso ripresi come sfondo silenzioso dei suoi scritti), trasferitosi a Firenze e poi a Roma per studiare e lavorare in banca e infine a Milano, seguendo la vocazione per la scrittura, che più gli si addiceva rispetto le due precedenti avventure, dove si è spento nel 1965 a soli 63 anni, tra articoli redatti per le più importanti testate giornalistiche nazionali (il corriere della sera, il resto del carlino, la Sicilia, per citarne alcune) e storie rimaste incompiute nella carta e chissà quante nei suoi pensieri.